Come scegliere le boilies da carp fishing
Come scegliere le boilies da carp fishing

Boilie: istruzioni per l’uso (e per la scelta), ovvero una piccola guida per scegliere le esche da carp fishing senza sbagliare.

Premessa: nella scelta dell’esca per il carp fishing, e più in particolare della boilie, non bisogna cadere nell’errore di cercare quella “definitiva”, ovvero quella che funziona sempre, ovunque e comunque. 

Non la troveremo mai: le carpe, come gli umani, reagiscono agli stimoli in modo diverso (ognuna è differente dall’altra), a seconda della stagione e dell’ambiente. 

Pretendere quindi di trovare l’esca “filosofale” è assurdo: soprattutto se siamo agli inizi, questo potrebbe portare a una frenetica ricerca di ciò che non esiste e a una rapida perdita di motivazioni e di certezze.

Capito questo, nelle prossime righe facciamo una piccola panoramica sulle boilie, ovvero le esche che per certi versi “danno” l’immagine al carp fishing, mostrando le caratteristiche concrete che le differenziano l’una dall’altra.

 

UN PO' DI STORIA

Prima di tutto: cos’è una boilie? In parole semplici, è un’esca costituita da un insieme di farine impastate con uova e aromi. 

È una diretta discendente delle polente e delle pastelle solo che è… solida. 

È stata proprio questa qualità a portare alla sua nascita: i pescatori di carpe inglesi, negli anni ‘60 e ‘70, si resero conto di avere bisogno di un’esca sotto forma di impasto che, però, resistesse all’attacco dei pesci più piccoli (avesse quindi più presa sull’amo) e soprattutto ai lanci forti. 

I pionieri non fecero altro che aggiungere qualche uovo agli impasti delle polente e a cuocere il tutto per qualche minuto: una volta asciutto, l’impasto era pronto per essere innescato. 

Quindi, sgomberiamo il campo da un luogo comune: la boilie è l’emblema del carp fishing ma non è nata con il carp fishing moderno, per intenderci quello in cui l’esca si mette sul capello. Risale a molto tempo prima. 

Poi, la forma: “boilie uguale forma rotonda” è un’equazione vera, ma non sempre, perché la forma sferica perfetta, così come la vediamo nelle palline sugli scaffali dei negozi, è diventata la “norma” solo successivamente allo sviluppo commerciale del carp fishing, come diretta risposta alla necessità di pasturare a distanze sempre più lunghe (attraverso i cosiddetti “cobra”, ovvero i bastoni ricurvi con cui lanciare le boilie verso lo spot di pesca). 

Messo qualche paletto “storico”, torniamo al presente e vediamo quali “palline” troviamo in commercio.

 

MA QUANTE SONO?

Dividiamo schematicamente, prima di vederle una per una (illustrando anche i termini inglesi che le descrivono), le boilie in commercio. Le macrocategorie in cui si dividono sono fondamentalmente due:

- Boilie affondanti;

- Boilie pop-up;

 

A loro volta, le macrocategorie comprendono sottocategorie dovute alle varie caratteristiche delle boilie stesse:

- Boilie wafter;

- Boilie dumbell;

- Boilie artificiali;

- Boilie frozen (presenti quasi esclusivamente nel Regno Unito);

- Boilie self-made.

 

BOILIES AFFONDANTI

In inglese sono definite bottom bait, ovvero “esche di fondo”. Coprono in pratica il 90 per cento del mercato europeo delle boilie. 

Sono, per intenderci, quelle che si trovano nei normali sacchetti. 

Hanno la peculiarità di affondare e di adagiarsi sul fondale una volta in acqua, quindi sono l’ideale non solo per l’innesco ma anche per la pasturazione.

 

BOILIES POP-UP

To pop in inglese significa “fare un balzo”: le esche pop-up sono quindi quelle che… galleggiano

A volte, le possiamo trovare anche sotto la denominazione floating hookbait, ma il termine più usato è “pop-up”. 

Sono prevalentemente esche da mettere sull’hair rig come innesco, e non vanno bene per pasturare (stanno a galla!). 

Le troviamo sul mercato in diversi diametri, colori e aromatizzazioni. 

La loro efficacia è dovuta proprio al loro essere galleggianti, quindi allo stimolo provocato nel pesce dal loro assetto che le differenzia totalmente da ciò che c’è sul fondo (ricordiamo che la carpa è un pesce molto curioso). 

Possono essere usate singolarmente oppure in abbinamento a esche affondanti per realizzare gli “omini di neve” (snowman): la pop-up, messa sopra, alleggerisce l’affondante, quindi rende più efficace l’innesco nel momento in cui il pesce lo aspira.

Vediamo ora le caratteristiche “accessorie” che possono riguardare le palline affondanti, le pop-up o entrambe.

 

WAFTER

Sono esche pop-up a tutti gli effetti ma… galleggiano meno

Se le lanciamo in acqua svincolate dall’amo, ci rendiamo conto che le wafter tendono a venire a galla ma non sono “esuberanti” come le pop-up vere e proprie. 

L’effetto è voluto: sono infatti le boilie scelte da chi vuole creare i cosiddetti “inneschi bilanciati”, ovvero inneschi in cui l’esca, attaccata all’hair rig, è leggermente sospesa, a pochi millimetri dal fondo, tenuta giù esclusivamente dal peso dell’amo. 

In Inghilterra sono molto impiegate, viceversa nel carp fishing cosiddetto “continentale” stanno prendendo piede solo da poco tempo. 

 

DUMBELL

Un “dumbell” può essere sia affondante, sia pop-up, sia wafter. Il termine inglese, praticamente intraducibile se non con un poco elegante “pallina goffa”, infatti, indica la forma dell’esca, che non è sferica ma cilindrica

In commercio sono principalmente pop-up e wafter ad avere questa forma, anche se, ultimamente, stanno apparendo sugli scaffali dei negozi anche le dumbell bottom bait non sferiche.  

 

BOILIES ARTIFICIALI

In inglese, fake baits, esche finte. Sono apparse sul mercato un lustro fa, seguite inizialmente da molto scetticismo. 

Infatti, si tratta delle boilie in silicone. Artificiali: pop-up o affondanti (oppure slow sinking, che è un sinonimo meno “galleggiante” di wafter). 

Vengono utilizzate soprattutto nelle situazioni in cui la presenza di tartarughe, gamberi e minutaglia mette a repentaglio le esche “vere”: questi animali, infatti, sono ghiotti delle nostre esche e, in un’acqua ben popolata, rischiamo di non tenere in acqua un innesco per più di 10 minuti senza che venga azzannato e “finito”. 

Le esche artificiali, non rilasciando odore e soprattutto avendo consistenza elastica, resistono all’attacco di questi “disturbatori”

La domanda del neofita è spontanea: come può un’esca finta, che non rilascia sostanze attrattive, catturare pesci? 

Innanzitutto, ricordiamoci che la carpa è un pesce curioso e, a differenza di un umano, non ha le mani per “toccare” qualcosa che lo stimola ma è costretta ad aspirarlo con la bocca. 

Secondo, se osserviamo le carpe mangiare, ci rendiamo conto che non è tanto l’innesco a catturare, bensì la pastura

Se riusciamo ad attirare nello spot le carpe grazie alla pastura, la pallina artificiale viene mangiata esattamente come se fosse una boilie vera, di quelle lanciate intorno all’innesco per attirare i pesci. 

Sul mercato esistono anche boilie artificiali aromatizzate o “dippate”, ovvero immerse in un liquido attrattivo: per il neofita che non si fidasse, almeno inizialmente, di un’esca che non rilascia odori, sono queste la scelta migliore.

 

BOILIES FROZEN

Letteralmente, “boilie ghiacciate”. Ne parliamo per dovere di completezza ma il prodotto non riguarda il mercato italiano

Le boilie frozen sono palline che non hanno conservanti e vengono quindi stoccate nel congelatore, come se fossero i surgelati per alimentazione umana.

In Inghilterra sono forse le esche più usate, anche per “colpa” degli ambienti piccoli e ultra-competitivi in cui si ritrovano a pescare gli angler inglesi. Nel nostro Paese sono praticamente introvabili.

 

BOILIES SELF-MADE

Si tratta delle boilie fatte in casa. Si prendono le farine, si miscelano a uova e aromi, si cuoce il tutto e poi si attende l’asciugatura: chi vuole sapere al 100 per cento cosa contiene una boilie deve per forza “farsele da sé”. 

Possiamo farle affondanti o pop-up: in commercio esistono anche mix già pronti a cui dobbiamo aggiungere solo uova e aromi per ottenere esche “personalizzate”.

Per facilitare l’acquisto, approfondiamo qui di seguito tre aspetti su cui i neofiti della tecnica potrebbero trovare qualche difficoltà. 

In particolare, facciamo una piccola traduzione dall’inglese degli aromi più utilizzati, per poi parlare della granulometria e dei diametri.

 

GUSTI INFINITI

Se venti anni fa i gusti disponibili in commercio erano 5 o 6, oggi ce ne sono centinaia

L’evoluzione del carp fishing a livello commerciale ha fatto sì che nascessero nuovi aromi e nuove fragranze, e non è difficile “perdersi” per chi si è appena avvicinato a questa tecnica. Ecco quali sono gli aromi più utilizzati con la relativa traduzione:

- Pineapple: ananas;

- Strawberry: fragola;

- Peach: pesca;

- Mulberry: mora;

- Coconut: cocco;

- Spice, spicy: spezie;

- Chocolate: cioccolato;

- Cream: crema;

- Scopex: termine intraducibile, si tratta di una aroma cremoso che ricorda l’odore del burro fuso;

- Coconut: cocco;

- Squid: calamaro;

- Crab: granchio;

- Krill: gamberetto (un particolare tipo di micro-gambero che nuota nelle acque fredde degli oceani);

- Belachan: gamberetto (minuscolo);

- Halibut: è un pesce che vive nei mari del nord;

- Butyric: acido butirrico (ricorda molto lo scopex);

- Robin red: aroma speziato;

- Garlic: aglio;

- Nut o peanut: arachide;

- Glm o green lipped mussel: cozza d’acqua dolce;

- Tuttifrutti: lo dice il nome stesso, è il gusto fruttato per eccellenza.

 

Molti carpisti sostengono, per esempio, che gli aromi fruttati funzionano meglio in inverno mentre quelli al pesce non dovrebbero essere usati in acque fredde perché poco attrattivi a causa degli oli.

La realtà dei fatti è che l’aroma della boilie conta, ma non in relazione alla stagione, bensì a tantissimi altri parametri, tra cui anche la composizione del fondale e il pH dell’acqua. Sono, tuttavia, discorsi molto complessi, per i quali ci vorrebbe lo spazio di un libro.

 

TUTTE DIVERSE

Ci si faccia caso: sugli scaffali dei negozi non c’è una boilie uguale all’altra.

Per esempio, alcune sono così perfette e lisce da sembrare finte, mentre altre sono addirittura squadrate e porose. 

Tutto sta nella granulometria, e negli ingredienti che la determinano. 

Se un’azienda utilizza farine micronizzate, ovvero ridotte a polveri sottilissime, si ottengono palline compatte, lisce, molto più simili alle esche artificiali che alle palline “vere”. 

Al contrario, se le farine sono grezze e non sminuzzate, si ottengono palline dalla tessitura più porosa e ruvida. Quali differenze ci sono? 

Le boilie dotate di tessitura più porosa assorbono più velocemente l’acqua, quindi veicolano più velocemente il loro “messaggio” attrattivo rispetto a quelle con tessitura micronizzata. 

Al contempo, però, assorbendo acqua più velocemente diventano morbide più in fretta: dobbiamo tenerne conto, soprattutto se abbiamo la necessità di tenere le esche immerse in acqua per molte ore. 

Alcune esche in commercio presentano dei semini nell’impasto: il loro compito è proprio quello di “rompere” la continuità e “velocizzare” l’entrata in pesca della boilie.

 

UN DIAMETRO PER OGNI OCCASIONE

Da 8 a 30: sono i millimetri che contraddistinguono la maggior parte delle boilie in commercio. 

Il diametro va scelto in base a diverse esigenze, che semplifichiamo qui di seguito schematicamente:

- 8-10-12 millimetri: boilie piccolissime, vengono utilizzate per approcci “raffinati” con piccoli ami e pasturazioni con sfarinati e micro-granaglie. La scelta giusta in inverno, quando il metabolismo delle carpe rallenta e un boccone piccolo può invogliarle a mangiare più di una grossa boilie;

- 14-16-18 millimetri: è lo standard della pesca in cava, si tratta di palline medio-piccole con cui si possono realizzare letti di pastura. Le 18 millimetri, avendo più massa, volano più lontano se lanciate con il cobra. Sono la scelta “allround” ma pagano dazio in caso di presenza di minutaglia e altri animali disturbatori che possono mettere fuori uso l’esca. Le loro dimensioni ridotte gli permettono comunque di fare la voce grossa anche in inverno;

- 20-22 millimetri: cresce il diametro, crescono gli ambienti. Le 20 millimetri sono le più diffuse in commercio perché ci permettono di affrontare sia la cava sia il grande lago. In più, con un buon cobra e un braccio allenato, possono essere lanciate a oltre 100 metri da riva. Perfette in tutte le stagioni, in inverno perdono un po’ di terreno in favore delle 14 millimetri;

- 24-28-30 millimetri: non tutte le aziende le commercializzano, in particolare quelle inglesi. Si tratta infatti di esche che nascono da una necessità “continentale”, per la pesca nelle grandi acque e delle grandi carpe. Una pallina grossa, infatti, necessità di una bocca grande per essere ingoiata: ecco perché boilie di questi diametri sono definite “palline da selezione”. In più, vengono utilizzate nelle grandi acque perché resistono più a lungo in acqua senza deteriorarsi, sia a causa dell’assorbimento del liquido, sia a causa dell’intervento dei pesci di disturbo.

 

PICCOLO RIASSUNTO

Per facilitare ancora di più la scelta, proviamo a fare uno schema riassuntivo della scelta dell’esca in base alle stagioni e agli ambienti. 

Come già accennato, non suggeriremo aromatizzazioni, la cui scelta non può essere inserita entro parametri ben stabiliti.

Cava, inverno: boilie da 10 millimetri a un massimo di 14;

Cava, primavera-autunno: boilie da 14 a 20 millimetri;

Cava, estate: boilie da 18 a 22 millimetri, da 24 in caso di fortissima presenza di minutaglia;

 

Grande lago, inverno: boilie da 14 18 millimetri;

Grande lago, primavera-autunno: boilie da 20 a 24 millimetri, da scegliere in relazione alla dimensione della minutaglia;

Grande lago, estate: boilie da 24-30 millimetri;

 

Fiume: in genere vanno bene boilie da 20-22 millimetri. La corrente rende tutto più difficile perché ci costringe a spaccare in due le esche se vogliamo che resistano sul fondo al trascinamento dell’acqua. In caso di pesca in giri d’acqua, dove la corrente è quasi ferma sul fondo, possiamo “scendere” a palline da 14 millimetri, in particolare in inverno.

 

SportIT.com

Riproduzione Riservata

Paolo

 

Nella culla avevo una sciarpa di Hateley, attaccante del Milan, e una canna da pesca Cendret, regali rispettivamente di mio padre e di mio nonno.

 

La pesca è la mia vita dal momento che, conseguita la laurea specialistica nel 2007, ho iniziato subito la gavetta nel mondo editoriale presso varie testate come Carp Fishing Magazine, Le Vie della Pesca, Pescare, Pescare Carp Fishing, Il Pescatore d’acqua dolce e Carp Fishing Mania, Carp Fishing Top.

 

Ho iniziato a pescare le carpe nel 1999 all’Idroscalo di Milano e subito nella difficile “palestra” che era il Lago di Pusiano, dopo aver praticato un po’ tutte le tecniche, e più in particolare lo spinning al bass (che faccio tutt’ora).

 

Vivo il carp fishing come una passione e non un’ossessione: dopo anni passati a pescare in grandi laghi oltre 80 notti l’anno, oggi adoro le pescate rapide in posti piccoli e inaccessibili.

 

Adoro il carp fishing perché è la mia “medicina senza effetti collaterali”: mi permette di respirare la pesca come una sfida positiva con me stesso stando a contatto con la natura.

 

Oltre a rod pod, boilie e rig. l’altra mia passione è il basket. Ho fatto tutta la trafila delle giovanili a Paderno Dugnano e oggi gioco (e alleno) in una squadra a livello Csi/UISP.

 

Sono tifoso dei Chicago Bulls, penso che Derrick Rose senza infortuni sarebbe potuto diventare il più grande giocatore di basket della storia, impazzisco per il gioco di Goran Dragic e in Italia ho una forte simpatia per l’Olimpia Milano e, in passato, per la Virtus Bologna.

 

Da piccolo dormivo con la foto di Danilovic sul comodino. Il calcio giocato l’ho solamente sfiorato, con somma tristezza di mio padre, ex giocatore Pro Sesto: il cuore rossonero, però, quello batte ancora forte…

 

Nella culla avevo una sciarpa di Hateley, attaccante del Milan, e una canna da pesca Cendret, regali rispettivamente di mio padre e di mio nonno.

 

La pesca è la mia vita dal momento che, conseguita la laurea specialistica nel 2007, ho iniziato subito la gavetta nel mondo editoriale presso varie testate come Carp Fishing Magazine, Le Vie della Pesca, Pescare, Pescare Carp Fishing, Il Pescatore d’acqua dolce e Carp Fishing Mania, Carp Fishing Top.

 

Ho iniziato a pescare le carpe nel 1999 all’Idroscalo di Milano e subito nella difficile “palestra” che era il Lago di Pusiano, dopo aver praticato un po’ tutte le tecniche, e più in particolare lo spinning al bass (che faccio tutt’ora).

 

Vivo il carp fishing come una passione e non un’ossessione: dopo anni passati a pescare in grandi laghi oltre 80 notti l’anno, oggi adoro le pescate rapide in posti piccoli e inaccessibili.

 

Adoro il carp fishing perché è la mia “medicina senza effetti collaterali”: mi permette di respirare la pesca come una sfida positiva con me stesso stando a contatto con la natura.

 

Oltre a rod pod, boilie e rig. l’altra mia passione è il basket. Ho fatto tutta la trafila delle giovanili a Paderno Dugnano e oggi gioco (e alleno) in una squadra a livello Csi/UISP.

 

Sono tifoso dei Chicago Bulls, penso che Derrick Rose senza infortuni sarebbe potuto diventare il più grande giocatore di basket della storia, impazzisco per il gioco di Goran Dragic e in Italia ho una forte simpatia per l’Olimpia Milano e, in passato, per la Virtus Bologna.

 

Da piccolo dormivo con la foto di Danilovic sul comodino. Il calcio giocato l’ho solamente sfiorato, con somma tristezza di mio padre, ex giocatore Pro Sesto: il cuore rossonero, però, quello batte ancora forte…

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