Come invertire la clip dello Spomb
Come invertire la clip dello Spomb

C’è un "segreto", che non tutti conoscono, relativo allo Spomb: è possibile indurirlo o ammorbidirlo, semplicemente invertendo il senso di una clip.

Questa possibilità diventa necessaria quando accade una cosa spiacevole: lo Spomb si apre in volo prima di toccare l’acqua.

Lo Spomb, infatti, viene fornito “di serie” con la clip standard, quella “morbida” per intenderci, inserita.

Quando usiamo lo Spomb a massimo carico, ovvero pienissimo, oppure facciamo lanci molto tesi, violenti e scoordinati, può capitare che la clip di serie ceda e si apra in volo.

Con la sequenza fotografica che vediamo qui di seguito vi spieghiamo la semplicissima procedura per “invertire” lo Spomb, quindi indurirlo o ammorbidirlo.

 

PASSAGGIO 1

Prima di partire con la procedura, ecco in foto il “segreto” dello Spomb: la clip presenta due “bracci” con due gole diverse. Una, quella di sinistra, è nettamente più profonda dell’altra, quindi ha più grip.

 

 

PASSAGGIO 2

Gli Spomb escono di serie con la clip standard inserita. Il nostro compito sarà quindi quello di invertirla con quella dalla gola più profonda.

 

PASSAGGIO 3

Ecco l’interno dello Spomb: qui vediamo la placca che blocca la clip.

 

PASSAGGIO 4

Ruotiamo con le dita la clip in senso orario o antiorario. In alcuni casi questa procedura può essere faticosa a mani nude: aiutiamoci con un paio di pinze.

 

PASSAGGIO 5

La placca, ruotando, esce dalle guide che la bloccano. Ora possiamo rimuoverla.

 

PASSAGGIO 6

Appena sbloccata, la placca salta via da sola. Attenzione a non perdere la molla.

 

PASSAGGIO 7

Ecco le due parti che compongono la clip che chiude lo Spomb smontate.

 

PASSAGGIO 8

Ora non dobbiamo far altro che “girare” la clip e rimetterla nella testa dello Spomb.

 

PASSAGGIO 9

Riapplichiamo la placchetta parallela alle guide.

 

PASSAGGIO 10

Ruotiamo con le dita la placchetta per ribloccare la clip.

 

PASSAGGIO 11

Il gioco è fatto: la placca è tornata in sede e noi possiamo lanciare lontano con uno Spomb più “duro”.

Paolo

 

Nella culla avevo una sciarpa di Hateley, attaccante del Milan, e una canna da pesca Cendret, regali rispettivamente di mio padre e di mio nonno.

 

La pesca è la mia vita dal momento che, conseguita la laurea specialistica nel 2007, ho iniziato subito la gavetta nel mondo editoriale presso varie testate come Carp Fishing Magazine, Le Vie della Pesca, Pescare, Pescare Carp Fishing, Il Pescatore d’acqua dolce e Carp Fishing Mania, Carp Fishing Top.

 

Ho iniziato a pescare le carpe nel 1999 all’Idroscalo di Milano e subito nella difficile “palestra” che era il Lago di Pusiano, dopo aver praticato un po’ tutte le tecniche, e più in particolare lo spinning al bass (che faccio tutt’ora).

 

Vivo il carp fishing come una passione e non un’ossessione: dopo anni passati a pescare in grandi laghi oltre 80 notti l’anno, oggi adoro le pescate rapide in posti piccoli e inaccessibili.

 

Adoro il carp fishing perché è la mia “medicina senza effetti collaterali”: mi permette di respirare la pesca come una sfida positiva con me stesso stando a contatto con la natura.

 

Oltre a rod pod, boilie e rig. l’altra mia passione è il basket. Ho fatto tutta la trafila delle giovanili a Paderno Dugnano e oggi gioco (e alleno) in una squadra a livello Csi/UISP.

 

Sono tifoso dei Chicago Bulls, penso che Derrick Rose senza infortuni sarebbe potuto diventare il più grande giocatore di basket della storia, impazzisco per il gioco di Goran Dragic e in Italia ho una forte simpatia per l’Olimpia Milano e, in passato, per la Virtus Bologna.

 

Da piccolo dormivo con la foto di Danilovic sul comodino. Il calcio giocato l’ho solamente sfiorato, con somma tristezza di mio padre, ex giocatore Pro Sesto: il cuore rossonero, però, quello batte ancora forte…

 

Nella culla avevo una sciarpa di Hateley, attaccante del Milan, e una canna da pesca Cendret, regali rispettivamente di mio padre e di mio nonno.

 

La pesca è la mia vita dal momento che, conseguita la laurea specialistica nel 2007, ho iniziato subito la gavetta nel mondo editoriale presso varie testate come Carp Fishing Magazine, Le Vie della Pesca, Pescare, Pescare Carp Fishing, Il Pescatore d’acqua dolce e Carp Fishing Mania, Carp Fishing Top.

 

Ho iniziato a pescare le carpe nel 1999 all’Idroscalo di Milano e subito nella difficile “palestra” che era il Lago di Pusiano, dopo aver praticato un po’ tutte le tecniche, e più in particolare lo spinning al bass (che faccio tutt’ora).

 

Vivo il carp fishing come una passione e non un’ossessione: dopo anni passati a pescare in grandi laghi oltre 80 notti l’anno, oggi adoro le pescate rapide in posti piccoli e inaccessibili.

 

Adoro il carp fishing perché è la mia “medicina senza effetti collaterali”: mi permette di respirare la pesca come una sfida positiva con me stesso stando a contatto con la natura.

 

Oltre a rod pod, boilie e rig. l’altra mia passione è il basket. Ho fatto tutta la trafila delle giovanili a Paderno Dugnano e oggi gioco (e alleno) in una squadra a livello Csi/UISP.

 

Sono tifoso dei Chicago Bulls, penso che Derrick Rose senza infortuni sarebbe potuto diventare il più grande giocatore di basket della storia, impazzisco per il gioco di Goran Dragic e in Italia ho una forte simpatia per l’Olimpia Milano e, in passato, per la Virtus Bologna.

 

Da piccolo dormivo con la foto di Danilovic sul comodino. Il calcio giocato l’ho solamente sfiorato, con somma tristezza di mio padre, ex giocatore Pro Sesto: il cuore rossonero, però, quello batte ancora forte…

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