Come scegliere il mulinello da carp fishing
Come scegliere il mulinello da carp fishing

La scelta del mulinello da abbinare alla canna dipende dal tipo di carp fishing che siamo soliti praticare. 

 

Per rendere ancora più semplice il concetto, dobbiamo capire innanzitutto se pescheremo esclusivamente dalla riva, quindi a distanze raggiungibili con un lancio (misure “umane” rientrano nei 130 metri), oppure se caleremo gli inneschi con l’ausilio di un natante o di un barchino radiocomandato. 

 

Sono questi i due elementi che influenzeranno principalmente la scelta.

 

Prima di vedere qualche caso pratico, analizziamo insieme le varie caratteristiche dei mulinelli da carp fishing che troviamo in commercio.

 

IL SISTEMA BAITRUNNER

È stato, e lo è ancora, il simbolo del carp fishing. Infatti, prima dell’avvento di questa tecnica inglese nel nostro Paese, ben pochi sapevano di questi mulinelli con sistema di sblocco della frizione. 

 

Come funziona un baitrunner? In poche parole, è come se sul mulinello avessimo una doppia frizione

 

La prima è quella principale, ovvero quella regolata attraverso la manopola che troviamo sopra la bobina (frizione anteriore) o nella parte terminale del corpo (frizione posteriore) del mulinello. 

 

Questa regola la cessione di filo durante le fasi del combattimento: a seconda di come è tarata (più o meno “dura”), rilascia filo al momento delle fughe del pesce.

 

La seconda frizione è appunto il baitrunner, che si attiva in genere attraverso una leva posizionata sotto il “piede” del mulinello. 

 

Una volta lanciata l’esca, si poggia la canna sul rod pod o sui picchetti, e si attiva appunto il baitrunner abbassando (o alzando, in alcuni modelli) la levetta. 

 

In questo modo “sblocchiamo” la frizione principale: ovvero, il pesce non incontrerà resistenza nel momento in cui abboccherà e scapperà via. Si crea, così, la cosiddetta “partenza”

 

Il baitrunner nasce appunto come accessorio per agevolare il pescatore nel rispondere alla tipica fuga della carpa che, a differenza degli altri pesci, non appena abbocca si allontana rapidamente prendendo molto filo. 

 

Cosa succede, poi, una volta che il pesce ha abboccato? Noi sentiremo l’avvisatore suonare, correremo sulle canne e, una volta afferrata la canna, gireremo la manovella del mulinello: con questo gesto il baitrunner si “chiude” ed entra in gioco la frizione primaria, quindi potremo ferrare il pesce frapponendo buona resistenza e piantando per bene l’amo nella bocca del pesce. 

 

Riassumiamo così l’utilizzo del baitrunner:

 

1) Lanciamo l’esca e poggiamo la canna sul rod pod;

2) Abbassiamo (o alziamo) la leva del baitrunner;

3) Il pesce abbocca e prende filo, la bobina gira velocemente;

4) Prendiamo la canna, afferriamo la manovella e iniziamo a farla girare;

5) In genere dopo mezzo giro il baitrunner si chiude e noi combatteremo il pesce con la frizione primaria, regolata sulla tenuta del filo in bobina prima del lancio.

 

Detto questo, precisiamo che alcuni mulinelli dotati di baitrunner hanno anche la possibilità di regolare la tensione della frizione secondaria attraverso una seconda manopolina. 

 

Questo accessorio serve soprattutto se peschiamo in fiume, o comunque dove detriti in movimento possono impigliarsi sulla lenza e “prendere filo” dal mulinello.

 

BOBINE BAITRUNNER E A FRIZIONE RAPIDA

Con l’evoluzione continentale del carp fishing e la necessità, anche in Inghilterra, di lanciare sempre più lontano, i carpisti hanno cominciato ad adottare i mulinelli da surf casting, ovvero i cosiddetti big pit. 

 

Questi mulinelli, rispetto ai classici attrezzi con baitrunner, sono dotati di bobine più grandi, ampie e capienti

 

L’adattamento di questi mulinelli al carp fishing ha presupposto inizialmente l’abituarsi a un diverso sistema di frizione, cosiddetto micrometrico. 

 

Per spiegarlo con parole semplici, le frizioni dei mulinelli da surf casting sono molto precise e “lunghe”, ovvero impiegano molti giri della manopola regolatrice per passare dall’apertura massima (minima resistenza) alla chiusura totale (massima resistenza). 

 

Grazie all’impiego sempre più massiccio da parte dei carpisti, le aziende hanno iniziato a modificare le frizioni dei mulinelli da surf casting creando le cosiddette baitrunner spool o “bobine baitrunner”. 

 

Con questi termini in genere si descrivono due tipi di frizione:

 

- Frizione rapida: semplicemente, rispetto ai normali mulinelli, la frizione di questi big pit si chiude molto più rapidamente. Per capirci meglio, in genere basta già un giro intero della manopola regolatrice per passare da frizione aperta a frizione quasi chiusa (mentre, nei mulinelli da surf classici, ne servono anche tre o quattro);

 

- Frizione baitrunner spool: si riconosce perché, nel mezzo della manopola della frizione principale, è presente una rotellina. A seconda del senso in cui la giriamo, possiamo regolare il numero di giri della manopola principale per passare da un assetto a frizione aperta a un assetto a frizione chiusa. In alcuni modelli, grazie a questo accessorio con un solo quarto di giro potremo chiudere totalmente la frizione. Quindi, una volta sulla canna, in un attimo saremo in grado di mettere tensione alle lenza, come se avessimo un baitrunner.

 

CON O SENZA FRIZIONE LIBERA?

Questa è la domanda principale che si pongono tutti i carpisti che devono acquistare un nuovo mulinello: con baitrunner o senza? 

 

La risposta non può essere univoca ed entra in gioco anche il gusto del pescatore.

 

I vantaggi del baitrunner sono, senza dubbio, la comodità e la velocità nel controllo della ferrata. 

 

Gli svantaggi sono legati alla presenza di un meccanismo in più, che può rovinarsi e usurarsi col tempo, e alla reale necessità di far “fuggire” un pesce: chi pesca nei grandi laghi calando le lenze con la barca, per esempio, potrebbe non aver bisogno di una frizione totalmente aperta, perché le grandi distanze, abbinate all’elasticità della lenza, bastano a garantire un po’ di spazio al pesce prima del nostro intervento sulla canna. 

 

Certo, se usiamo un mulinello senza baitrunner dovremo essere molto attenti nell’afferrare la canna, al momento della partenza, e bloccare la frizione con la mano. 

 

Senza però esagerare con la pressione, perché “chiudere” di colpo la bobina potrebbe portare a slamate indesiderate. 

 

Quindi, cosa scegliere? Noi consigliamo, a chi è agli inizi, di provare un mulinello con baitrunner per prendere confidenza con le partenze delle carpe. 

 

Anche perché è presumibile che le prime pescate avvengano in cava o comunque in acque dalle dimensioni limitate, dove non è necessario calare le lenze con una barca.   

 

BIG PIT E GROSSE BOBINE

Abbiamo già detto che molti carpisti hanno iniziato a utilizzare mulinelli da surf casting al posto dei “classici” mulinelli con baitrunner. 

 

La “colpa” di tutto ciò è lo sviluppo del carp fishing nei grandi laghi europei (il cosiddetto carp fishing “continentale”), in cui le lenze vengono calate con la barca a lunghe distanze da riva. 

 

I mulinelli con baitrunner, per quanto grandi, non avevano sufficiente capienza di filo: ai nuovi carpisti europei servivano infatti bobine che contenessero almeno 400 metri dello 0,35, se non di più… Ecco da dove è nata la “moda” di utilizzare grossi mulinelli da mare anche in acqua dolce. 

 

Il fatto che fossero pesanti non interessava più di tanto, in una tecnica dove la lenza è poggiata su un supporto. 

 

Da qui ne è poi discesa una conseguenza che ha toccato anche la pesca da riva: con bobine più grandi i lanci sono più lunghi, perché il filo, uscendo, è più armonico e fa spire più ampie. 

 

Ecco perché, oggi, il mulinello da carp fishing non è solo quello con il baitrunner. 

 

E, addirittura, sono stati creati mulinelli dotati sia di bobina big pit sia di frizione baitrunner: combinano la comodità della frizione libera alla grande capienza di filo e alla bobina di grandi dimensioni.  

 

LE TAGLIE

In genere i mulinelli da carp fishing sono compresi in un range di taglie che va dall’8000 (mulinello considerato “piccolo”) al 14000 (mulinello molto capiente, da grandi acque). 

 

Negli ultimi anni si sono sviluppate alcune tendenze che vogliono l’utilizzo di mulinelli molto piccoli, anche di taglia 4000 e 5000, da applicare su canne dedicate alla pesca cosiddetta “a stalking”, ovvero con movimenti continui alla ricerca del pesce, oppure per la pesca a galla.  

 

IL MATERIALE DELLA BOBINA

È importante tenere in considerazione il materiale di cui è fatta la bobina soprattutto in un caso: se decidiamo di caricare sul mulinello la treccia.

 

Il trecciato, infatti, è un tipo di filo che “strozza” molto la bobina, e proprio per questo è necessario che questa sia molto resistente, quindi in metallo. 

 

Le bobine in grafite oggi in commercio sono solide ma, soprattutto nel caso di mulinelli dedicati alla pesca a lunghissime distanze, non sono l’ideale perché rischiano di deformarsi sotto lo “strozzamento” della treccia. 

 

Quindi, se in partenza sappiamo che utilizzeremo il trecciato, orientiamoci su mulinelli con bobina in metallo.

 

RAPPORTO DI RECUPERO

Nel carp fishing il rapporto di recupero non ha molta importanza. In genere, i mulinelli da carp fishing si situano nel range tra 5:1 e 6:1

 

C’è solo un tipo di mulinello che richiede un rapporto di recupero molto veloce: quello che dedicheremo alla canna da spod. 

 

Oggi in commercio ci sono mulinelli appositi, definiti appunto “Spod”, che sono dotati di un rapporto di recupero molto più veloce, e sono in grado, quindi, di recuperare molto più filo con un solo giro di manovella (alcuni modelli arrivano a 110 centimetri per giro di manovella, quando la media di un big pit da carp fishing si situa intorno ai 90). 

 

La velocità elevata nel recupero è necessaria in un mulinello da spod perché lo utilizzeremo per pasturare con rocket e Spomb: soprattutto in gara, recuperare velocemente il pasturatore ci aiuta a scaricare molta più pastura.

 

ESEMPI PRATICI

Per rendere più semplice la scelta, facciamo alcuni esempi pratici. Chi è in procinto di acquistare un mulinello si potrà riconoscere in qualcuno di questi profili:

 

“Ho appena iniziato a fare carp fishing e pescherò soprattutto in cave o in piccoli fiumi per farmi le ossa” – Soprattutto all’inizio, è importante prendere confidenza non solo con l’attrezzatura, ma soprattutto con il pesce. La carpa è un pesce potente, le cui fughe spesso sono poderose e possono mettere in difficoltà chi non ci ha mai avuto a che fare. Il baitrunner è un accessorio che ci aiuta ad affrontare queste situazioni e “perdona” anche qualche distrazione (perché, in caso di frizione troppo chiusa, nel migliore dei casi perdiamo il pesce, mentre nel peggiore la canna potrebbe finire in acqua). Dal punto di vista della taglia, un 8000 o un 10000 vanno più che bene.

 

“Pesco a carp fishing da un po’, finora ho frequentato solo le cave ma ogni tanto vorrei fare qualche puntata nei grandi laghi” – Il consiglio che diamo, in questo caso, è duplice: possiamo scegliere un mulinello baitrunner con bobina big pit (nelle taglie 10000 e 12000) oppure passare a un mulinello con frizione veloce senza baitrunner. È la classica situazione di chi ha iniziato magari con un mulinello baitrunner e vuole “qualcosa di più” per affrontare le grandi acque.

 

“Non pesco dalla barca, solo da riva, ma ho necessità di lanciare a lunghissime distanze e ogni tanto vorrei fare qualche gara” – In questo caso i mulinelli più performanti sono quelli da surf casting, che vengono adattati al carp fishing. Bobina grossa e imbobinamento perfetto: è questo il segreto per chi vuole mulinelli espressamente dedicati al lancio. Con o senza baitrunner, dipende dai gusti. Ricordiamo però che, a parità di dimensione, un mulinello più leggero ci fa rendere di più nel lancio. Il baitrunner, quindi, potrebbe risultare superfluo.

 

“Sono un angler da grandi acque, pesco esclusivamente calando le lenze con la barca” – Ti serve un mulinello che contenga tanto filo. Almeno 500 metri di 0,35. In più, deve essere affidabile dal punto di vista meccanico. Orientati sui modelli più grossi (taglie 10000-12000-14000) con bobine in metallo. Il baitrunner, per il tipo di pesca che fai, non è indispensabile.

 

Come per le canne, anche nella scelta del mulinello l’esperienza e il gusto personale contano tantissimo. Ci sono carpisti che ritengono il baitrunner inutile, altri che lo ritengono indispensabile: dal punto di vista tecnologico, i modelli in commercio hanno oggi raggiunto un’affidabilità tale da coprire le esigenze di tutti i carpisti, anche di quelli che vogliono il baitrunner su mulinelli grossi e molto potenti. 

 

Quella del mulinello è una scelta legata alle abitudini di pesca e alle necessità, che cambiano con l’esperienza: proprio per questo, non possiamo pretendere che sia fin da subito “definitiva”.

 

SportIT.com

Riproduzione Riservata

Paolo

 

Nella culla avevo una sciarpa di Hateley, attaccante del Milan, e una canna da pesca Cendret, regali rispettivamente di mio padre e di mio nonno.

 

La pesca è la mia vita dal momento che, conseguita la laurea specialistica nel 2007, ho iniziato subito la gavetta nel mondo editoriale presso varie testate come Carp Fishing Magazine, Le Vie della Pesca, Pescare, Pescare Carp Fishing, Il Pescatore d’acqua dolce e Carp Fishing Mania, Carp Fishing Top.

 

Ho iniziato a pescare le carpe nel 1999 all’Idroscalo di Milano e subito nella difficile “palestra” che era il Lago di Pusiano, dopo aver praticato un po’ tutte le tecniche, e più in particolare lo spinning al bass (che faccio tutt’ora).

 

Vivo il carp fishing come una passione e non un’ossessione: dopo anni passati a pescare in grandi laghi oltre 80 notti l’anno, oggi adoro le pescate rapide in posti piccoli e inaccessibili.

 

Adoro il carp fishing perché è la mia “medicina senza effetti collaterali”: mi permette di respirare la pesca come una sfida positiva con me stesso stando a contatto con la natura.

 

Oltre a rod pod, boilie e rig. l’altra mia passione è il basket. Ho fatto tutta la trafila delle giovanili a Paderno Dugnano e oggi gioco (e alleno) in una squadra a livello Csi/UISP.

 

Sono tifoso dei Chicago Bulls, penso che Derrick Rose senza infortuni sarebbe potuto diventare il più grande giocatore di basket della storia, impazzisco per il gioco di Goran Dragic e in Italia ho una forte simpatia per l’Olimpia Milano e, in passato, per la Virtus Bologna.

 

Da piccolo dormivo con la foto di Danilovic sul comodino. Il calcio giocato l’ho solamente sfiorato, con somma tristezza di mio padre, ex giocatore Pro Sesto: il cuore rossonero, però, quello batte ancora forte…

 

Nella culla avevo una sciarpa di Hateley, attaccante del Milan, e una canna da pesca Cendret, regali rispettivamente di mio padre e di mio nonno.

 

La pesca è la mia vita dal momento che, conseguita la laurea specialistica nel 2007, ho iniziato subito la gavetta nel mondo editoriale presso varie testate come Carp Fishing Magazine, Le Vie della Pesca, Pescare, Pescare Carp Fishing, Il Pescatore d’acqua dolce e Carp Fishing Mania, Carp Fishing Top.

 

Ho iniziato a pescare le carpe nel 1999 all’Idroscalo di Milano e subito nella difficile “palestra” che era il Lago di Pusiano, dopo aver praticato un po’ tutte le tecniche, e più in particolare lo spinning al bass (che faccio tutt’ora).

 

Vivo il carp fishing come una passione e non un’ossessione: dopo anni passati a pescare in grandi laghi oltre 80 notti l’anno, oggi adoro le pescate rapide in posti piccoli e inaccessibili.

 

Adoro il carp fishing perché è la mia “medicina senza effetti collaterali”: mi permette di respirare la pesca come una sfida positiva con me stesso stando a contatto con la natura.

 

Oltre a rod pod, boilie e rig. l’altra mia passione è il basket. Ho fatto tutta la trafila delle giovanili a Paderno Dugnano e oggi gioco (e alleno) in una squadra a livello Csi/UISP.

 

Sono tifoso dei Chicago Bulls, penso che Derrick Rose senza infortuni sarebbe potuto diventare il più grande giocatore di basket della storia, impazzisco per il gioco di Goran Dragic e in Italia ho una forte simpatia per l’Olimpia Milano e, in passato, per la Virtus Bologna.

 

Da piccolo dormivo con la foto di Danilovic sul comodino. Il calcio giocato l’ho solamente sfiorato, con somma tristezza di mio padre, ex giocatore Pro Sesto: il cuore rossonero, però, quello batte ancora forte…

Scopri tutti i prodotti