Come scegliere il riparo da carp fishing
Come scegliere il riparo da carp fishing

Tenda, bivvy o brolly? Scopriamo insieme come scegliere il miglior riparo da carp fishing per le nostre esigenze.

 

A chi si sta avvicinando al carpfishing “notturno”, fatto di week end o settimane in riva a fiumi, laghi e cave, viene naturale una domanda: di quale tenda o riparo ho bisogno? 

A determinare la scelta sono tre fattori: l’ambiente, la lunghezza delle sessioni e l’intenzione di pescare anche nei periodi più freddi

Più un quarto elemento, che influenza tutti gli altri perché è slegato alla pesca in sé, ma riguarda le norme che regolano la pesca: se siamo soliti fare sessioni in ambienti dove la pesca notturna è consentita solo con un certo tipo di riparo, per esempio gli ombrelloni (e non le tende) il nostro acquisto sarà per forza di cose indirizzato verso un range di prodotti specifico.

Detto questo, analizziamo uno per uno i tipi di riparo ad hoc per il carp fishing, spiegando quando e perché utilizzarli. Infine, facciamo un’analisi di alcune delle caratteristiche che, trasversalmente, toccano tutti i ripari presenti sul mercato.

OMBRELLONI E BROLLY

Partiamo dal riparo più semplice, ovvero dall’ombrellone, che in Inghilterra viene definito brolly oppure shelter

La caratteristica principale è che si apre proprio come un ombrello: dal centro, spingiamo verso l’alto il perno e il sistema dei bracci apre il brolly proprio come si fa per aprire un ombrello da pioggia o un ombrellone da spiaggia. 

È il riparo ideale sia per il carp fishing “giornaliero” sia per gli overnighter, ovvero per chi fa pescate di una sola notte, e per le sessioni tardo-primaverili ed estive, in cui le temperature sono più miti e piacevoli. 

Vediamo insieme quali sono i pro di questo tipo di riparo:

- Velocità: è indubbiamente il riparo più veloce da montare. Se escludiamo il picchettaggio e l’applicazione degli accessori, in due secondi un brolly è pronto;

- Modularità: sul mercato esistono diversi tipi di brolly, la maggior parte oggi dispone sia di pavimento (in genere agganciabile all’ombrellone stesso attraverso fasce di velcro), sia di copertura frontale, per poterlo utilizzare anche nei periodi freddi e trasformarlo quindi in una piccola tenda. A seconda del tipo di pescata che faremo potremo cambiare l’assetto dell’ombrello semplicemente portando sullo spot o lasciando a casa i vari componenti;

- Mimetismo: un brolly è piccolo e si mimetizza meglio nell’ambiente rispetto a una tenda;

- Regolamenti: spesso l’ombrellone (montato senza il pavimento) è l’unico riparo che ci è concesso di montare negli ambienti dove le regole per il campeggio e la pesca notturna sono molto restrittive.

I difetti, se così possiamo chiamarli, sono invece questi:

- Ingombro: da chiuso, un brolly occupa molto spazio e questo potrebbe darci qualche grattacapo nel trasporto. Vero è che sul mercato esistono appositi portacanne (quiver) con inserto centrale per il trasporto del brolly, ma in genere gli spostamenti risultano macchinosi. Dalla sua un brolly ha il vantaggio di essere molto più leggero di una tenda;

- Telo singolo: caratteristica che si fa sentire soprattutto nei mesi invernali, perché il telo singolo è sinonimo di condensa, quindi di umidità all’interno del riparo. Esistono modelli con sovratelo acquistabile a parte come optional, ma la riduzione della condensa è minima, pur aumentando la tenuta alle intemperie;

- Resistenza alle intemperie: rispetto a una tenda, un brolly ha un telaio molto più piccolo, seppur molto elastico. In caso di forte vento, o grandi temporali, l’ombrellone non è il riparo ideale.

- Spazio interno: non pensiamo di acquistare un brolly e di poterlo riempire esageratamente di attrezzatura, perché è un riparo piccolo, ideale per contenere noi con il nostro lettino e il minimo indispensabile di attrezzatura. In più, teniamo conto che i bracci interni (che formano il telaio) occupano un importante spazio nella parte alta, di conseguenza anche lo spazio che potremmo definire “vitale” è ridotto rispetto a quello di cui possiamo usufruire in una tenda. Urtare la testa contro i braccetti del brolly, svegliati di colpo da una partenza, non è infatti un evento raro;

Se decidiamo di acquistare un ombrellone da carp fishing bisogna poi tenere conto di qualche altra caratteristica, come la presenza o meno del pannello frontale (per “chiuderlo” come una tenda), la quantità di storm poles, ovvero dei picchetti stabilizzatori (in genere 2 o 4) che lo irrigidiscono e lo rendono più resistente alle folate di vento, la presenza in dotazione o meno del pavimento e il tipo di materiale di cui è fatto e, infine, la presenza della rete-zanzariera nella finestra principale e in quelle laterali.

Detto questo, chi acquista un brolly? Un pescatore che si impegna in sessioni brevi, di una o al massimo due notti, che vuole sprecare poco tempo nel montare il riparo e che desidera un riparo piccolo. 

C’è infine un’ultima considerazione: più che un’alternativa alla tenda (necessario solo in caso di norme speciali che regolano la pesca notturna), il brolly è un ottimo complemento, perché ci può fornire un riparo nei momenti di attesa prima di recarci nel sacco a pelo (e nella tenda) per la notte. 

Ecco perché in molti accampamenti di carpisti impegnati in sessioni lunghe si trovano sia le tende, sia i brolly-ombrelloni, che fungono da riparo di appoggio.

 

TENDE E DOMES

Da un estremo all’altro: le tende (in inglese spesso definite dome o tent), anche se per una persona sola, sono più grandi degli ombrelloni, sia come ingombro sia come spazio interno

Con il termine “tenda”, in realtà, dobbiamo staccarci dall’immagine ideale che abbiamo del tipico riparo a cupola con stecche che si usa per l’alpinismo o il campeggio. 

Il carp fishing, infatti, ha sviluppato ripari definiti “tende” ma che hanno strutture e tipi di apertura ben diverse. Classificabili in questo modo:

- Tende classiche: stecche e telo sono due elementi separati, con le prime che si infilano nel secondo. Si tratta di tende ormai poco diffuse nel mercato dei ripari specifici per il carp fishing, perché sono molto impegnative da montare. Hanno il vantaggio di avere il minimo ingombro da chiuse;

- Tende classiche ad apertura rapida: le stecche sono premontate nel telo e, nelle fasi di chiusura del riparo, non si staccano dal telo ma rimangono all’interno. Veloci da montare, hanno come unico difetto l’ingombro, che in genere è notevole;

- Tende rapide con apertura a “guscio”: sono le più diffuse, perché hanno le stecche (in genere di diametro molto generoso rispetto alle tende classiche) premontate nel telo e sono velocissime da aprire. Dalla loro hanno il vantaggio della solidità: sono infatti tra le più resistenti in caso di vento;

- Tende rapide con apertura a “ragnatela”: analoghe a quelle a guscio, si differenziano solo per il sistema con cui viene chiuso il telaio, che ha una forma molto simile a quella di un ombrellone.

Le tende sono i ripari prediletti per chi fa lunghe sessioni e per chi vuole stare comodo: grazie allo spazio interno, infatti, possono ospitare, oltre al pescatore, molta attrezzatura e tutto il materiale necessario per passare più tempo lungo le sponde. 

Certo, niente ci vieta di utilizzarle anche in sessioni rapide e rapidissime: le tende moderne, grazie ai sistemi di apertura rapida, possono essere erette e picchettate in meno di cinque minuti

Il discrimine non è il tempo ma l’ingombro (e il peso): sono infatti pesanti e ingombranti una volta chiuse. 

Il peso è dovuto nella maggior parte dei casi alla paleria, che nelle moderne tende non è più in fibra di vetro ma in più solido alluminio, e nel telo, che è molto più pesante e doppio (o in certi casi triplo). 

Infatti, le tende hanno quasi tutte il doppio telo: un telo esterno, che ripara dalle intemperie, e uno interno, che fornisce maggiore protezione. 

I due teli in combinazione, se staccati tra loro di qualche centimetro, permettono l’eliminazione della condensa e dell’umidità all’interno della tenda: ecco perché le “domes”, sono ripari per le sessioni lunghe. 

Semplicemente, proteggono meglio il pescatore

A proposito di telo doppio, prima di acquistare una tenda dobbiamo considerare una doppia possibilità:

- Doppio telo a cellula interna: abbiamo una “tenda nella tenda”, ovvero una sorta di “guscio” isolato sia dal telo esterno sia dal pavimento. Questo tipi di caratteristica è l’ideale per chi vuole l’isolamento migliore dall’umidità;

- Doppio telo “all’inglese”: alla struttura principale viene aggiunto un sovratelo (second skin), staccato di qualche centimetro dal telo primario. Queste tende hanno in genere il pavimento staccabile, unito al telaio attraverso strisce di velcro (e solo raramente con zip), quindi isolano meno il pescatore dall’umidità che sale dal terreno.

Riassumendo, le tende sono l’ideale per chi passa molto tempo a pesca e chi affronta anche condizioni meteo estreme. 

Tra le caratteristiche che dobbiamo tenere in considerazione nell’acquisto, guardiamo appunto la presenza di una cellula interna o meno, del pavimento staccabile, delle finestre lungo il telo che forniscono aerazione, quindi un migliore isolamento dall’umidità, e della possibilità di acquisto di optional come la “terza pelle” (third skin), ovvero un sovratelo aggiuntivo che migliora ulteriormente la tenuta alle intemperie (dedicato a chi fa pescate invernali, con temperature molto basse).

BIVVY

Che cos’è, di preciso, un bivvy? La risposta non è facile, perché nella concezione inglese un bivvy è equiparabile sia a una tenda sia a un ombrellone.

Semplifichiamo in questo modo: il bivvy è un riparo rapido e piccolo come un ombrellone, ma resistente come una tenda

Nella categoria “bivvy” rientrano tutti i moderni ripari da carp fishing dotati di apertura rapida, di pavimento staccabile e di materiali molto resistenti alle intemperie. 

In genere il bivvy è la scelta ideale per il pescatore che fa un po’ di tutto, ovvero sessioni di poche notti così come settimane intere senza cercare la comodità estrema. 

I moderni bivvy hanno telai solidi che resistono molto bene alle intemperie, sono dotati di doppio telo e ovviamente di apertura rapida. 

Costano un po’ di più degli ombrelloni e un po’ meno delle tende.

Analizzati i tipi di riparo, guardiamo ora alle caratteristiche tecniche che concorrono nella scelta.

TRASPIRANTE O NO?

Un telo è traspirante quando protegge dalla pioggia e al contempo fa uscire l’umidità

Ad avere il telo traspirante sono le tende più costose sul mercato, proprio perché, per avere un buon telo che traspiri, è necessaria qualità assoluta. E la qualità, si sa, costa. 

La maggior parte delle tende sul mercato è dotata di teli impermeabili che proteggono alla grande dalle intemperie, ma trattengono l’umidità all’interno del riparo: ecco perché presentano finestre con zanzariera che fanno circolare l’aria all’interno. 

Solo così, infatti, si può contrastare il fastidioso “senso di umidità”.

I teli traspiranti sono in genere più delicati: la tenda va curata meglio se vogliamo mantenere le prestazioni garantite al momento dell’acquisto.

LA COLONNA D’ACQUA

Nelle schede tecniche delle tende è presente spesso il dato della cosiddetta “colonna d’acqua”. 

Questo valore indica l’impermeabilità del telo. Ovvero, indica la pressione, espressa in millimetri, che può gravare su un telo prima che questo lasci penetrare l’acqua. 

Le moderne tende da carp fishing hanno in genere valori di colonna d’acqua che oscillano tra i 5.000 e i 10.000 millimetri.

Teniamo conto, infatti, che più è alta la colonna d’acqua, maggiore è l’impermeabilità e minore è la traspirazione

Rischiamo di acquistare ripari praticamente impenetrabili dalla pioggia, ma ci inzuppiamo comunque semplicemente con il vapore acqueo prodotto dal nostro respiro o dal terreno sottostante (condensa). 

Quindi, il consiglio che diamo è di non concentrarci esclusivamente sul dato della colonna d’acqua.

MATERIALE DEL PAVIMENTO

Generalmente i pavimenti delle tende sono di due tipi: in nylon e in Pvc

Il secondo tipo di materiale è molto più resistente ed è in dotazione alle tende più costose, oppure viene venduto come optional. 

Garantisce infatti l’isolamento totale dall’umidità che sale dal terreno su cui poggiamo la tenda. 

Il telo di nylon è meno costoso, meno pesante e ingombrante, ma ha il difetto di deteriorarsi velocemente (anche solo con i piedini del lettino su cui si scarica il nostro peso, se montiamo la tenda su terreni caratterizzati da pietre e ghiaia) e di lasciar passare l’acqua, se il terreno su cui montiamo il riparo è molto umido. 

Nel caso di tende con pavimento di nylon, il consiglio che diamo è di “doppiarlo” aggiungendo un altro telo di nylon al di sotto, in modo da incrementare l’isolamento dal terreno.

UNO O DUE POSTI?

Chi sta per acquistare una tenda potrebbe chiedersi: la prendo da uno o da due posti? La risposta è: dipende. 

Il consiglio che diamo è di tenere bene in considerazione le misure delle tende come riportate dai cataloghi e relazionarle alla dimensione del nostro lettino e allo spazio “vitale” che vogliamo per noi. 

Il discrimine tra tenda da un posto o da due, infatti, sul mercato non è univoco: ci sono tende proposte come da due persone che, in realtà, sono da “un posto e mezzo”, e tende da una persona in cui, stringendosi un po’, riusciamo ai infilare due lettini. 

Così come ci sono tende da una persona in cui non ci sta nemmeno un lettino: è il caso dei nuovi modelli di lettino king size che, a causa delle dimensioni molto più grandi di quelli standard, necessitano di molto più spazio. Ecco perché nel momento della scelta dobbiamo guardare bene le dimensioni in centimetri fornite dal produttore e tenere conto di tutto: del lettino, come già detto, della quantità di materiale che portiamo a pesca, delle nostre dimensioni fisiche (se siamo alti due metri, una tenda da un posto non fa per noi), della lunghezza delle sessioni (più giorni peschiamo, più accessori portiamo) e della necessità di avere più spazio per muoversi all’interno. 

 

CURA DEL PRODOTTO

Come tutte le cose, più le tende sono maltrattate, più velocemente si deteriorano. Ecco alcuni consigli pratici per tutelare il nostro riparo e godere a lungo delle sue prestazioni:

- La tenda, chiusa nella sua borsa, deve essere sempre asciutta: mai riporre una tenda umida, o peggio ancora bagnata, nella sua sacca. Se smontiamo la tenda sotto la pioggia, una volta a casa dovremo avere l’accortezza di riaprirla e farla asciugare prima di metterla a riposo. L’umidità “mangia” e rovina i teli come nient’altro;

- Ripari puliti, sempre: fango, sabbia e sassolini sono i nemici principali dell’impermeabilità del telo. Se abbiamo affrontato una sessione di pesca “sporca”, una volta a casa dedichiamo un po’ di tempo alla pulizia del telo. Avere la tenda pulita è bello, ma soprattutto utile;

- Occhio alle cuciture: i punti di giunzione dei teli delle tende sono dotati di cuciture termosaldate. Ovvero, le cuciture sono ricoperte da un piccolo nastro impermeabile applicato a caldo che impedisce all’acqua di entrare all’interno. Teniamo d’occhio i punti critici e interveniamo con appositi prodotti qualora vedessimo un deterioramento della tenda in relazione alle cuciture;

- Spruzzare l’impermeabilizzante: le moderne tende da carp fishing hanno teli molto performanti, è vero, ma anch’essi hanno bisogno di un po’ di manutenzione. In commercio esistono spray impermeabilizzanti per tende che hanno il compito di “rigenerare” i teli che, vuoi per l’uso vuoi per l’incuria, non garantiscono più impermeabilità di quando erano nuovi. Il consiglio che diamo è di non esagerare con la quantità di impermeabilizzante applicato e con la frequenza. Un trattamento blando ogni due anni basta e avanza per un uso “medio” della tenda.

In conclusione, ribadiamo che l’acquisto di un riparo da carp fishing va fatto tenendo in considerazione le sessioni di pesca che intendiamo fare e il tipo di ambiente che siamo soliti affrontare. 

I carpisti più esperti non hanno quasi mai un riparo “esclusivo” (o solo la tenda, o solo l’ombrellone) bensì almeno due: una tenda per le sessioni lunghe e un brolly (o bivvy) per le pescate rapide, o nei periodi dell’anno in cui il clima è più mite. 

A chi vuole iniziare con la pesca notturna consigliamo di orientarsi su un riparo solido e spazioso, quindi una tenda, sia per prendere confidenza in modo più soft con il campeggio-pesca, sia per essere pronti ad affrontare inaspettate sessioni lunghe. 

SportIT.com

Riproduzione Riservata

Paolo

 

Nella culla avevo una sciarpa di Hateley, attaccante del Milan, e una canna da pesca Cendret, regali rispettivamente di mio padre e di mio nonno.

 

La pesca è la mia vita dal momento che, conseguita la laurea specialistica nel 2007, ho iniziato subito la gavetta nel mondo editoriale presso varie testate come Carp Fishing Magazine, Le Vie della Pesca, Pescare, Pescare Carp Fishing, Il Pescatore d’acqua dolce e Carp Fishing Mania, Carp Fishing Top.

 

Ho iniziato a pescare le carpe nel 1999 all’Idroscalo di Milano e subito nella difficile “palestra” che era il Lago di Pusiano, dopo aver praticato un po’ tutte le tecniche, e più in particolare lo spinning al bass (che faccio tutt’ora).

 

Vivo il carp fishing come una passione e non un’ossessione: dopo anni passati a pescare in grandi laghi oltre 80 notti l’anno, oggi adoro le pescate rapide in posti piccoli e inaccessibili.

 

Adoro il carp fishing perché è la mia “medicina senza effetti collaterali”: mi permette di respirare la pesca come una sfida positiva con me stesso stando a contatto con la natura.

 

Oltre a rod pod, boilie e rig. l’altra mia passione è il basket. Ho fatto tutta la trafila delle giovanili a Paderno Dugnano e oggi gioco (e alleno) in una squadra a livello Csi/UISP.

 

Sono tifoso dei Chicago Bulls, penso che Derrick Rose senza infortuni sarebbe potuto diventare il più grande giocatore di basket della storia, impazzisco per il gioco di Goran Dragic e in Italia ho una forte simpatia per l’Olimpia Milano e, in passato, per la Virtus Bologna.

 

Da piccolo dormivo con la foto di Danilovic sul comodino. Il calcio giocato l’ho solamente sfiorato, con somma tristezza di mio padre, ex giocatore Pro Sesto: il cuore rossonero, però, quello batte ancora forte…

 

Nella culla avevo una sciarpa di Hateley, attaccante del Milan, e una canna da pesca Cendret, regali rispettivamente di mio padre e di mio nonno.

 

La pesca è la mia vita dal momento che, conseguita la laurea specialistica nel 2007, ho iniziato subito la gavetta nel mondo editoriale presso varie testate come Carp Fishing Magazine, Le Vie della Pesca, Pescare, Pescare Carp Fishing, Il Pescatore d’acqua dolce e Carp Fishing Mania, Carp Fishing Top.

 

Ho iniziato a pescare le carpe nel 1999 all’Idroscalo di Milano e subito nella difficile “palestra” che era il Lago di Pusiano, dopo aver praticato un po’ tutte le tecniche, e più in particolare lo spinning al bass (che faccio tutt’ora).

 

Vivo il carp fishing come una passione e non un’ossessione: dopo anni passati a pescare in grandi laghi oltre 80 notti l’anno, oggi adoro le pescate rapide in posti piccoli e inaccessibili.

 

Adoro il carp fishing perché è la mia “medicina senza effetti collaterali”: mi permette di respirare la pesca come una sfida positiva con me stesso stando a contatto con la natura.

 

Oltre a rod pod, boilie e rig. l’altra mia passione è il basket. Ho fatto tutta la trafila delle giovanili a Paderno Dugnano e oggi gioco (e alleno) in una squadra a livello Csi/UISP.

 

Sono tifoso dei Chicago Bulls, penso che Derrick Rose senza infortuni sarebbe potuto diventare il più grande giocatore di basket della storia, impazzisco per il gioco di Goran Dragic e in Italia ho una forte simpatia per l’Olimpia Milano e, in passato, per la Virtus Bologna.

 

Da piccolo dormivo con la foto di Danilovic sul comodino. Il calcio giocato l’ho solamente sfiorato, con somma tristezza di mio padre, ex giocatore Pro Sesto: il cuore rossonero, però, quello batte ancora forte…

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